mercoledì 3 ottobre 2007

Leggendo queste righe si sveleranno degli aspetti che ci eravamo ripromessi di mantenere segreti. Ma ormai, reduci dal successo, possiamo rivelare anche i lati più nascosti che hanno portato alla realizzazione della cena di domenica 30 settembre.

Strada Saffi 17 è diventata anche cucina.

Domenica si è infatti concretizzata la prima cena itinerante tra il primo e terzo piano. Le esclusive ospiti di questa serata, infatti, hanno potuto degustare aperitivi e antipasti al primo piano in una atmosfera raffinata e raccolta con selezione musicale minimale con sonorità jazz. Al terzo piano è stato invece servito il piatto principale con seguito di dolci in un ambiente elegante e di classe, con sottofondo cantautorale italiano ed europeo.

Due situazioni, due spazi per un’unica cena che rischiava di diventare improponibile (se qualcosa non avesse funzionato) e che, invece, possiamo considerare ben riuscita. Perché ben riuscito è risultato lui, il vero protagonista, colui attorno al quale tutto ruotava.

Il filetto di manzo all’aceto balsamico servito con patate al cartoccio in salsa di gorgonzola.

Rischioso. Al limite delle nostre potenzialità. Questi i commenti che ci hanno accompagnato nella fase preparatoria che, ammettiamolo, è durata due giorni.

Due giorni vissuti con le telecamere addosso, come in un reality, tra ricette da decifrare, ingredienti da selezionare, vettovaglie da acquistare. E incontri di un certo spessore.

Come quello con la nota esperta di teglie, tegami e casseruole: un incontro illuminante grazie al quale siamo riusciti a sbrogliare l’annosa matassa del necessario supporto per infornare il filetto. Provvidenziale.

Di portata ancora più significativa l’incontro con il cabarettista, prestato alla macellazione, che ci ha venduto il filetto (o quello che noi abbiamo pagato credendolo tale). Quarantacinque minuti di autentico avanspettacolo per rifilarci un pezzo di carne di proporzioni elefantiache, farciti di frasi ad effetto (“vi tratto benissimo”), consigli al limite tra la gastronomia e la filosofia (“la carne è solo il 50% del piatto, il resto lo fa la preparazione”), lezioni di macellazione e irriguardosi e irripetibili giudizi sulle finalità della cena e le nostre possibilità di riuscita. Tutto ciò ci ha portato alla salvifica scelta di testare il piatto: così il primo pomeriggio del sabato è stato dedicato al warm up del filetto con prova integrata delle potenzialità dell’unico forno a disposizione.

E già da questi primi test ci si era convinti della buona riuscita della nostra missione.

Il resto è già scritto nella storia. Una storia che narra di totale padronanza dei tempi di cottura del filetto, di dimestichezza tra salse, condimenti, brodi e rami di rosmarino, di assoluta professionalità nel bilanciamento degli ingredienti.

Insomma, alla fine noi siamo soddisfatti.

Strada Saffi 17 è pronta a lanciarsi nel fantastico mondo della grande cucina italiana.

Provatela.

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