La salita a Serle è già una esperienza di per sé. Strada stretta, tornanti e vista sulle cave di marmo e sulla folta vegetazione che circonda i piccoli abitati. Lo storico locale “Castello” si trova proprio lungo la strada e non ci si può sbagliare.
Le stanze del locale mescolano modernità e contemporaneità: tra arredi e dettagli anni ’50 e ’60 si distinguono gli interventi più recenti. Molto bella e accogliente l’ultima sala sulla destra, dove una delle pareti apre, attraverso una vetrata, su una splendida e ricca cantina.
Il servizio è cordiale ed efficiente; il menù, non troppo vario, è quello della tradizione, ma qui ci si viene soprattutto per assaggiare il tipico spiedo valsabbino, che resta il piatto clou del “Castello”.
Partiamo con i casoncelli al bagòss: buona pasta ripiena nella quale però non spicca troppo il sapore e l’aroma di questo vaccino locale, presidio Slow Food.
Assaggiamo anche una buona zuppa di cipolle.
Ma poi è il momento dello Spiedo Valsabbino: ci portano abbondanti piatti di carne alla griglia con maiale, coniglio e pollo. A parte, ecco gli attesi uccelletti: certo, sentire le piccole ossa rompersi in bocca può essere una strana sensazione, ma il sapore non è male e neppure troppo selvatico come ci si poteva aspettare.
Nel complesso la carne è forse un pò troppo unta, ma non troppo cotta come poteva far immaginare l’aspetto esteriore.
Lo spiedo viene servito assieme a polenta di tre farine (Storo, mais e grano) e da patate arrosto di buona fattura.
Chiudiamo con un deludente gelato alla crema.
Con il primo abbiamo bevuto un Franciacorta Satèn 2006 Cantina Contadi Castaldi di Adro (uve Chardonnay); con il secondo un Ulivi 2007 della Cantina Noventa di Botticino (con uve barbera, marzemino, sangiovese e schiava gentile): entrambi buoni e provenienti da cantine della zona.
Spendiamo 45 euro, un po’ troppi.
Lo spiedo è sicuramente una esperienza da fare, anche per i più timorosi.
Voto: 6½
Castello, via Castello 38, Serle (Brescia), tel. 030-6910001