Il tema. Mi è sempre piaciuto il tema. Non quello che si faceva a scuola durante le ore di italiano (o meglio, si mi piaceva anche quello, ma non è quello che intendo in questa pagina), bensì quello che si individua, ad esempio, per dare una precisa identità ad una serata. O, come nel nostro caso, ad una cena. Una cena spagnola, in particolare.
Dovevamo capirlo, fin da subito, quando in Strada Saffi 17 è entrata una rosa rossa assieme ad enorme bottiglia colma di un inequivocabile liquido rosso scuro. La rosa rossa ha poi passato l’intera serata in ambigua posizione sulla testa dell’ambiguo Savani. La bottiglia dal liquido rosso scuro (si, di sangria stiamo parlando…), invece, ha chiuso la serata presto, tristemente (per lei) vuota.
Insomma, gli indizi che si trattasse di una cena a tema iberico erano piuttosto palesi: la totale manifestazione della spagnolità dell’appuntamento si è avuta con la preparazione della famigerata paella.
Ma, il momento più sublime e più alto di questo omaggio alla terra di Don Chisciotte, Gaudì ed Emilio Butragueno è stato raggiunto grazie alla diffusione di una interminabile sequenza di canzoni di flamenco. Un lamento durato più di due ore che ci ha trasportato in una Spagna dalle ampie gonne e dai tacchi alti. A liberarci da questa avvolgente sonorità, è arrivato il globalissimo Manu Chao che non ho ancora ben capito se deve essere considerato spagnolo o francese, ma che comunque mai come in questa occasione è stato provvidenziale.
La sangria era comunque molto buona e la paella assolutamente di livello. Quindi, complimenti: avete degnamente replicato a Sua Maestà il Filetto di Manzo all’Aceto Balsamico.
Sorella Paella non ha sfigurato.
Tra gli altri momenti topici della serata ricordiamo anche l’apparizione di Nureyev, un elenco sconclusionato di località possibili mete di viaggio (tra le quali Scansano, da qualcuno posizionato in un improbabile Piemonte…) e il solito bodyguard.
Grazie.
Adesso Strada Saffi 17 è anche un po’ più spagnola. Alè.
Nessun commento:
Posta un commento